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Sword and Sorcery – Underworld – Definitive Edition, Recensione Pc

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Sword and Sorcery – Underworld – Definitive Edition 1

Di Antonio Michele Patti & Edoardo Ullo

In periodo, quello degli ultimi dieci anni, in cui i videogiochi di ruolo occidentali sono soprattutto accostati a nomi quali The Elder Scrolls, The Witcher e Dragon Age è dura trovare spazio e modo di esprimere il proprio potenziale.

Ci hanno provato in tanti, con risultati più che buoni, basti pensare allo studio Almost Human, i ragazzi dietro a Legend of Grimrock. OlderBytes, fedeli al proprio nome, confezionano Sword and Sorcery – Underworld – Definitive Edition, una versione riveduta, corretta, perfezionata dello stesso gioco approdato su dispositivi mobile da loro firmato.

Parliamo di un videogioco di ruolo, uscito lo scorso 15 dicembre su Steam per Pc Windows a base di “spada e stregoneria”, focalizzato sui combattimenti contro mostri fantasiosi ed esplorazione di sotterranei (dungeons) infestati. A seguire il nostro alter-ego ci sono cinque compagni degni del miglior libro fantasy (maghi, ladri, chierici, paladini, guerrieri, stregoni).

GALLINA VECCHIA FA BUON BRODO

Se avete meno di vent’anni e siete appassionati di videogiochi di ruolo fate un bel respiro prima di continuare a leggere oppure interrompete adesso. Perché qui si parla di Sword and Sorcery – Underworld, un titolo che sotto l’aspetto grafico offre davvero ben poco rispetto agli standard ai quali siete abituati. Ma quello che offre è certamente funzionale, oltre che gradevole.

Ispirandosi a titoli quali Eye of the Beholder e Daggerfall, OlderBytes ha imbastito per noi vecchie cariatidi ultra-trentenni una grafica niente male, volutamente retro ed essenziale. Lo scopo è quello di narrare la storia attraverso testi, siano questi del narratore oppure dei dialoghi tra i personaggi. E Sword and Sorcery, sebbene punti più sui combattimenti, non trascura l’aspetto narrativo lasciandoci molto da leggere ed interpretare, peccato che i più esigenti ed i meno abituati alla lingua inglese non troveranno molto gradevole la presenza di tutti questi testi non tradotti.

Le fasi iniziali, cruciali per l’apprendimento della “plancia di comando” per gestire al meglio il nostro party formato da sei elementi, sono dense di testi, di spiegazioni e di preziosi consigli. Se non si è armati della giusta dose di pazienza, il gioco potrebbe venire a noia presto. Chi, invece, è abituato agli “spiegoni iniziali” troverà che il tutto è scritto nel miglior modo possibile e con la consapevolezza di non voler tediare troppo a lungo.

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

Sword and Sorcery – Underworld – Definitive Edition 2
La gestione del party

Il party che andiamo a gestire è formato da sei elementi in totale. Uno di questi è il nostro alter-ego. Possiamo personalizzare ogni singolo personaggio che partirà all’avventura oppure lasciare al gioco l’intera, casuale, generazione per catapultarci subito nella mischia.
Gli appassionati di giochi di ruolo cartacei escluderanno a priori questa possibilità per eviscerare ogni singole componente della creazione dei personaggi. Perché al di là della relativa semplicità e pochezza di razze e classi disponibili (tutte ispirate a Dungeons & Dragons o comunque ai grandi classici) si arriva a gestire ogni singolo punto caratteristica per creare un party ben assortito e bilanciato.

Le difficoltà ad uscire indenni dagli scontri all’arma bianca sono evidenti fin da subito. Una ponderata strategia e la saggia combinazione delle abilità di ogni componente del gruppo fanno la differenza fra una rissa da taverna in cui si potrebbe perdere uno o più compagni di viaggio in modo del tutto gratuito oppure una brillante mischia in cui si ottimizzano i risultati con minimo sforzo e pochissime perdite di sangue… e guadagno di punti esperienza.

Il bello di Sword and Sorcery Underworld è proprio questo: al di sotto di una veste grafica che i più smaliziati definirebbero “spartana” (niente 3d, ma piuttosto disegni “fumettosi” realizzati con uno stile interessante) si cela un videogioco strategico a turni che premia la mente più fine. E c’è soddisfazione nel vincere gli scontri e guadagnare i famigerati punti esperienza che servono per passare di livello e migliorare (gestendo al meglio) il proprio manipolo di eroi.

GRAFICA SPARTANA, SONORO “DATATO”

Nel paragrafo precedente abbiamo accennato al comparto tecnico che volutamente ha un aspetto spartano, lontano dai capolavori odierni che si rifà (ma con suo stile) ai classici del passato che abbiamo nominato.

Non ci sono tante animazioni, bensì tanti disegni e, ad esempio, nei combattimenti, lo svolgimento si segue attraverso le azioni che vengono narrate nell’interfaccia. “A colpisce il mostro e gli fa tot danni” e continuare “B scocca la freccia e manca il mostro” e così via. Un po’ come se stesse giocando a D&D cartaceo.

A volte, complice proprio l’aspetto grafico, si ha la sensazione di sfogliare un fumetto, col suo stile. I chiaro-scuri fanno molto sia nella caratterizzazione dei personaggi e dei nemici che nelle ambientazioni che nonostante tutto sono varie ed offrono scorci interessanti pur rimanendo nei canoni della “spartanità”.

La prova di questo anche nei menu ed inventari che sono piuttosto privi di ogni orpello in favore di una gestione semplice e diretta.

Il sonoro che accompagna le nostre gesta sembra campionato. Anch’esso volutamente dai toni “retrò” visto che a volte sembra quasi fuori luogo o meglio poco “amalgamata” alla grafica. Ad ogni modo fa comunque il suo dovere ed in alcuni casi anche qualche cosa in più pur con alti e bassi grazie al fatto che (in alcuni frangenti) riesce a mettere ansia.

COMMENTO FINALE

Sword and Sorcery – Underworld – Definitive Edition è un videogioco di ruolo di vecchio – vecchissimo – stampo, che si rifà ai mitici Eye of the Beholder e Daggerfall. Con la differenza che se lo si prende male, diventa davvero difficile.

La prospettiva è in prima persona, abbiamo un party di sei elementi da gestire nel migliore dei modi e dungeons da esplorare ed espugnare. Si dimostra più una validissima alternativa ai giochi di ruolo cartacei per i cuori solitari, oltre ad un balzo nel passato (un vero e proprio tuffo negli anni ’80, inizio anni ’90) per scoprire come ci si divertisse senza complicate grafiche tridimensionali e mirabolanti effetti speciali.

Per questo motivo potrebbe risultare poco appetibile ai occhi dei più giovani e degli smaliziati, ma lo stesso discorso non può essere fatto per coloro che non si fermano all’apparenza e sono disposti a scendere a molti compromessi grafici pur di affrontare un validissimo, impegnativo e stimolante videogioco di ruolo / dungeon crawler.


Pregi

Lascia largo spazio all'immaginazione. Disegni a mano semplici, efficaci e con un loro “cuore”. Gestione del party e dei personaggi molto profonda e soddisfacente.

Difetti

Totale assenza di poligoni, animazioni ed effetti speciali. Lungo (ma necessario) tutorial testuale che potrebbe annoiare i più. Ambientazioni volutamente spoglie ma altrettanto desolanti.

Voto

8

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