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Baseball Star Professional

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Non è mai facile scrivere di baseball e rendere il tutto comprensibile in una nazione praticamente calciofila e che al massimo si affaccia alla Formula 1 (ma guai a chiamarla così perché molti parlano della Ferrari e basta) o al ciclismo (Giro, Tour e giusto qualche classica e poco più).
Parliamo di questo sport americano grazie a Baseball Star Professional, un simpatico gioco SNK datato 1990 ed uscito prima in versione arcade e poi casalinga su cartuccia per Neo-Geo. Un titolo da ricordare con piacere che diede nuova linfa al genere.

IL BASEBALL SI FA ARCADE

Baseball Star Professional permette di scegliere una tra 16 squadre e di disputare o amichevoli o un torneo ad eliminazione diretta con sfide via via sempre più difficili.
Essendo un gioco nato per le sale, è molto immediato e spartano. Ha solo queste due modalità per una longevità molto breve anche se le partite possono durare un po’ di tempo.
Scelta la propria formazione, dotata di atleti abbastanza demenziali, in pratica caricature di quelli che possono essere i giocatori reali, si comincia la partita.
Come nel baseball reale vi sono due fasi. Una di attacco, nel quale si useranno i battitori e l’altra di difesa nel quale bisognerà eliminare i battitori avversari impedendogli quanto più possibile di conquistare basi a suon di strike out o eliminazioni al volo. La partita dura 9 inning e non è contemplato il pareggio quindi in caso di parità si va alle ripresa extra.
Esiste però la manifesta superiorità che si concretizza col vantaggio di 10 punti a partire dal quinto inning. Se il distacco è almeno di 10 punti al termine della quinta ripresa, si pone fine ai giochi.

GRAFICA E TECNICA

Il gioco targato SNK si presenta bene. Già all’epoca faceva la sua bella figura sia dal punto di vista grafico che da quello sonoro. Visivamente, il titolo è fatto piuttosto bene con tanti colori accesi ed ottimi disegni.
Bene i giocatori con buoni dettagli e discrete differenze tre loro (biondi, capelloni o donne). Non vi è ombra di 3d ed è ovvio, ma il tutto sembra un cartone animato giapponese fatto piuttosto degnamente. Notevoli anche le scene di intermezzo sia per qualità che per varietà, durante il cambio di inning o del turno di battuta o se viene segnato un fuoricampo (homerun).
Ottimo anche il sonoro composto da un discreto commento musicale adatto ed un parlato che accompagna le fasi di gioco. E già la sola presenza del parlato era un piccolo miracolo per l’epoca. Qui è presente in maniera nitida e massiccia.

UN BUON GAME-PLAY CHE RISCHIA DI DIVENTARE RIPETITIVO

Lancia, batti, ricevi, corri e spera. In sostanza il baseball è questo. Il game-play in questa sua incarnazione videoludica è molto semplice. Quando si difende, sarà importante lanciare al meglio per evitare le risposte dei battitori, lanci curvi, bombe dirette, palle lentissime ma cariche di effetto.
Baseball Star Professional permette molte opzioni. Quando si attacca, invece, si può tentare di colpire la palla in diversi modi, anche smorzando per cogliere la difesa piazzata male. Occhio alle eliminazioni al volo ed a battere abbastanza profondo in modo da favorire la corsa verso le basi.
Divertente ed immediato, Baseball Star Professional riesce a farsi giocare molto bene e ben presto si potrà familiarizzare con i comandi.
Le partite saranno lunghe (in sala c’era un timer di 9 minuti una volta concluso, per continuare si mettevano i classici gettoni) ed anche se nei primi tempi potrebbero esserci sconfitte clamorose, con la pratica sarà tutto più agevole. Il gioco ricrea tutte le fasi di una partita, ovviamente le esalta da uno stile grafico e sonoro volutamente caricato per cui il realismo non sarà eccessivo.

COMMENTO FINALE

Baseball Star Professional è un buon gioco. Ottimo per imparare almeno i rudimenti di questo bello sport di squadra che comunque in Italia ha una discreta tradizione se non altro a livello europeo con le nazionali sempre ai vertici (e qualche volta vincenti) nella accesa rivalità soprattutto con l’Olanda. Tecnicamente, il gioco che ha fatto il suo debutto il 26 aprile del 1990 nelle sale è più che soddisfacente. La ciliegina è anche il tono scanzonato ed auto ironico.
La giocabilità è discreta anche se rischia di ripetersi dopo un po’ di tempo. Altra nota un po’ stonata è rappresentata dalla longevità  che non è elevatissima. Tuttavia, ci si può mettere d’impegno per finire i tornei con le squadre diverse.  Il titolo rimane, comunque, promosso a pieni voti.

 

Pregi

Tecnicamente simpatico. Commento sonoro validissimo. Discreta la giocabilità

Difetti

Diventa, però, ripetitivo. Longevità non al top.

Voto

8

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